Il negoziato degli assenti. Al via il summit per l’Ucraina
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Un'atmosfera di grande incertezza aleggiava già ieri sul vertice di Istanbul che doveva avviarsi, dopo uno slittamento, nel pomeriggio per impostare il terreno di dialogo sull’ipotesi di una tregua in Ucraina. Poi le conferme delle importanti defezioni annunciate nel corso delle ore: il tavolo negoziale si aprirà questa mattina, venerdì 16 maggio, senza il presidente russo, Vladimir Putin, né quello ucraino, Volodymyr Zelensky e con l’assenza anche dell’inquilino della Casa Bianca, Donald Trump. Ad avviare l’incerto cammino dei colloqui, la folta delegazione russa con a capo, Vladimir Medinsky, quella ucraina guidata dal ministro della Difesa, Rustem Umerov, e quella statunitense che vedrà in testa il Segretario di Stato, Marco Rubio. Intanto, giungono dettagli, dal ministero degli Esteri turco, sull'organizzazione degli incontri che si terranno stando a quanto reso noto in "diversi formati": trilaterali tra turchi, ucraini e russi da una parte, e turchi, americani e ucraini dall'altra. Ancora incerta la possibilità di un quadrilaterale Stati Uniti, Russia, Ucraina e Turchia.
I cardini del negoziato
A ostacolare la partecipazione diretta dei grandi leader in gioco, le reciproche ostilità e diffidenze, con Zelensky convinto della poca serietà della Russia in questa partita e Mosca che vede il presidente ucraino uno scandente interlocutore. Trump dal canto suo ribadisce: “Senza un incontro con Putin, nessun passo concreto è realmente possibile”. Medinsky, tuttavia, si è già detto pronto a discutere di "possibili compromessi”. Ma il presidente ucraino, dal canto suo resta fermo su un accordo di "cessate il fuoco incondizionato" di 30 giorni.
Il summit di Tirana
E il tema del sostegno all’Ucraina per una pace giusta e duratura, ma anche di possibili dure sanzioni alla Russia, saranno due dei cruciali capitoli al centro del sesto vertice della Comunità politica europea che si aprirà in Albania attorno al tema "Un'Europa nuova in un mondo nuovo: unità, cooperazione, azione comune". Presenti quarantasette capi di Stato e di governo e i direttori delle principali istituzioni europee e internazionali, nella cornice di Piazza Skanderbeg, la più grande dei Balcani intitolata all'eroe nazionale albanese, Giorgio Castriota. Un evento considerato storico per l’Albania, ma soprattutto un vertice al centro del quale ci saranno importanti sfide, tra cui la salvaguardia dei processi democratici dalle interferenze straniere e il rafforzamento delle capacità di difesa collettiva dell'Europa.
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